domenica 10 marzo 2013

La Val di Genova, di Renzo Montagnoli




La Val di Genova

di Renzo Montagnoli

 

 

Il nome non deve trarre in inganno, perché questa splendida valle non si trova in Liguria, bensì in provincia di Trento.

È una laterale della ben più turistica Val Rendena, anzi dove questa finisce, con la salita che porta a Madonna di Campiglio, inizia lei piegando a sinistra per chi viene da Sud. E così l’ultimo paese della Val Rendena, Carisolo, diventa il crocevia da cui appunto si diparte la Val di Genova.

È situata nel settore occidentale del Parco Adamello-Brenta, la più estesa area protetta della provincia di Trento. La valle è di origine glaciale ed è percorsa dal torrente Sarca di Genova, che è uno dei tre rami che confluiscono in uno solo in Val Rendena, a Pinzolo, dando luogo a un unico corso d’acqua chiamato appunto Sarca e che è l’immissario del lago di Garda.

Piuttosto stretta, è lunga una ventina di chilometri che si snodano fino alla panoramica piana di Bedole, ed è compressa fra i massicci montuosi dell’Adamello (a sud) e della Presanella (a nord). Il curioso nome ha un’etimologia incerta, ma sembrerebbe derivare da Zenua, che nell’idioma locale significherebbe ricca d’acqua.

E infatti di acqua non è di certo povera, considerati i ghiacciai e i nevai che le fanno da corona; il torrente che la percorre è implementato da altri rii, alcuni dei quali formano delle cascate (6), di cui le più spettacolari sono senz’altro quella di Nardis, molto alta, formata dal torrente Nardis che scende dalla Presanella, e quella del Lares, suddivisa in due salti (alto e basso). Quest’ultima, non visibile dalla rotabile che percorre la valle, può essere raggiunta solo a piedi ed è immersa in un bosco, dando luogo a uno spettacolo quasi fiabesco.

La Presanella e l’Adamello durante la grande guerra furono teatro di combattimenti ad alta quota e così la valle di Genova, sita nelle immediate retrovie, divenne importante quale via d’accesso ai ghiacciai, tanto che ancor oggi è possibile osservare un cimitero militare in val Siniciaga, che più che una valle é un vallone laterale, nonché una piccola cappella e ciò resta di una teleferica militare nei pressi della cascata di Folgarida.

Non ci sono parole per poter descrivere con efficacia la straordinaria bellezza della Val di Genova, ma provate solo a immaginare un territorio stretto, incassato fra le montagne, percorso da un torrente spumeggiante, con insediamenti umani limitati, il rumore dell’acqua che si infrange su enormi massi, il verde delle abetaie e più si volge lo sguardo all’insù più si notano pareti a strapiombo e più in alto, più lontano di quanto non sia, l’azzurro del cielo. Mano a mano che si procede sulla carrozzabile e si sale di quota la valle sembra allargarsi e là in fondo già si scorge la verde piana di Bedole, sovrastata dal luccicante candore dei ghiacciai. Sembra di essere lontani mille miglia da un mondo tumultuoso, si ha la sensazione di avvicinarsi alla natura primigenia, di portare i nostri passi indietro di secoli nel tempo; il cuore prende a battere, non solo per la fatica dell’escursione, ma anche perché si è pervasi da un senso di gioia che quasi trabocca.

Là, sullo sfondo il bianco delle nevi sembra un lontano regno di Elfi e folletti e nel cielo, che pare specchiarsi in tanta bellezza, un’aquila vigile dispiega le ali.



Per quanto ovvio si trovano solo bellezze naturali e non artistiche; tuttavia consiglio, prima d’intraprendere il percorso, di fare subito all’inizio una breve deviazione sul sentiero, e poi strada carrozzabile, che porta alla chiesa di Santo Stefano (XII secolo), arroccata su un costone di granito che precipita nel torrente Sarca. Lì vi è anche il piccolo cimitero di Carisolo, talmente piccolo che si ritrae l’errata convinzione che la morte faccia visita sporadicamente in quelle contrade. L’esterno della chiesa, nella parete che guarda verso la Val di Genova, è affrescato con una danza macabra realizzata nel XV secolo dai pittori itineranti Baschenis. Il dipinto è molto ampio e anche se l’interno dell’edificio è di interesse per altri affreschi, di certo questo è quello che attira maggiormente i turisti appassionati di pittura.



Ovviamente la valle è visitabile, ma al riguardo occorre precisare quanto segue, fermo restando che in inverno, con la neve, non è percorribile dalle automobili (ma il panorama è magico):

nella stagione turistica la strada è suddivisa in tre tronconi:

i primi quattro chilometri, da Carisolo (806 m. s/m) a Ponte Verde (921 m.), sono percorribili liberamente e si trovano numerosi parcheggi;

per altri 4,5 Km., da Ponte Verde (921 m.) a Ponte Maria (1164 m.), sono transitabili pagando un pedaggio ( € 8,00); è il tratto più impegnativo, con pendenze che arrivano al 18%;

gli ultimi 7,5 Km., cioè da Ponte Maria (1164 m.) a Malga Bedole (1584 m.), sono di norma accessibili ogni giorno fino alle H. 9,45 e dopo le H. 18,00, e comunque fino a quando i pochi parcheggi presenti non sono pieni.

Peraltro, proprio nel periodo estivo e solo nel mese di agosto, nel tratto a pagamento (da Ponte Verde a Malga Bedole) è in funzione un servizio di bus navetta (partenze ogni 30 minuti) a modico prezzo.




Normalmente il transito nella valle è interdetto da settembre a giugno.

Per arrivare in zona, la strada migliore, e più veloce, è l’A22 (autostrada del Brennero) con uscita a Rovereto Sud, indi superstrada per Mori, deviazione verso Arco di Trento, prosecuzione fino a Sarche, a prendere la salita, con numerosi tornanti e gallerie, che porta a Tione, paese in cui inizia la Val Rendena, da percorrere tutta fino alla fine, cioè all’abitato di Carisolo.

Si tratta di zona turistica e quindi la ricettività è ottima.
 
 

Per informazioni sulla valle:


Per dormire, mangiare e informazioni turistiche:


Le foto (nell’ordine dall’alto in basso) e fra parentesi il sito web in cui sono stare reperite:

Chiesa di Santo Stefano (www.carisolo.com);

Affreschi Chiesa di Santo Stefano (www.carisolo.com)

Cascata di Nardis (www.nicoruffato.it)

Cascata Lares (www.panoramio.com)

Piana di Bedole (www.on-ice.it)

 

3 commenti:

  1. Grazie! Sono stata diverse volte in Val di Genova.
    Devo dire, la mia preferita.
    Ogni volta é un'emozione incontenibile.
    Graziella

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  2. Non la conoscevo. Se mi capiterà di trovarmi nei pressi, terrò conto di questo tuo ottimo articolo.
    franca

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  3. Con questo interessante e approfondito articolo, Renzo, mi hai portato indietro di parecchi anni. Ho avuto modo di conoscere e percorrere la suggestiva val di Genova e mi ritrovo perfettamente nelle tue parole. E' una valle splendida, molto suggestiva, credo di aver potuto ammirare anche il dipinto a cui fai riferimento, mi aveva colpito molto quella danza macabra, mi rimane tuttavia il dubbio che si sia trattato di un'altra località, possibile che fosse Pinzolo?
    Grazie per questo bel viaggio, per una come me appassionata della montagna è stato proprio bello.
    Ciao.
    Piera

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