venerdì 27 settembre 2013

Non é un paese civile, di Renzo Montagnoli


Non è un paese civile

di Renzo Montagnoli

 

 

Non passa giorno che, sfogliando un qualsiasi quotidiano, non si debba leggere di furti, corruzioni, intrallazzi, omicidi e disgrazie. Mai una volta che ci sia una buona notizia, capace di far tornare a sperare! Con tutti questi fatti negativi si finisce purtroppo con l’abituarsi, al punto che non ci s’indigna più; insomma assistiamo anche all’inflazione del peggio e quindi non ci può meravigliare se nei giorni scorsi tre notizie, di ordinaria follia, siano passate quasi inosservate.

La prima riguarda l’uso di sostanze proibite nell’alimentazione di bovini e suini, un’indagine non limitata al centro di smistamento sito in Pegognaga, in provincia di Mantova, ma estesa pressoché a tutta l’Italia, portando a numerosi avvisi di garanzia. Purtroppo i nomi dei presunti rei non sono stati divulgati e a distanza di più di tre settimane sono ancora sconosciuti, e non si comprende il perché, data l’elevata pericolosità per la salute umana delle sostanze impiegate.

Non era ancora trascorso il tempo per azzardare ipotesi su chi fossero questi sciagurati che è stata pubblicata un’altra notizia (questa volta con i nomi degli interessati)  relativa al commercio di latte tossico  dal Friuli  in tutta l’Italia, latte contenente la aflatossina, una muffa altamente cancerogena.

E tanto per sgomentare ulteriormente l’allibito lettore, a ruota è seguita una notizia che lascia del tutto basiti: tre dirigenti di una casa farmaceutica sono stati arrestati dai carabinieri del Nas di Latina con l'accusa di aver contraffatto un medicinale utilizzato per la cura di affezioni respiratorie di bambini e lattanti.

Sono stati sequestrati tre lotti di supposte, per un totale di 35 mila confezioni; infatti, i medicinali venivano messi in vendita senza il principio attivo, inutili e quindi pericolosi perché i bambini non venivano curati.
Insomma, dopo i medicinali tossici per l’uomo utilizzati nell’allevamento del bestiame e il latte cancerogeno, ciliegina sulla torta un farmaco che è un placebo, che non cura.

I fatti sono gravi, anzi gravissimi, ma quello che più sgomenta è che molto probabilmente i rei, grazie alle leggi italiane, non verranno puniti con la particolare severità che i reati dovrebbero prevedere. E poi si sa che, grazie agli avvocati e a ricorrenti amnistie, questi scellerati non si faranno un giorno di galera e, trascorso qualche mese dall’evento, non appena il polverone si diraderà, torneranno alle loro attività, ad avvelenare tante vittime ignare e innocenti.

Del  resto il nostro è un paese a cui piace perdonare e dimenticare, e così in passato si sono dimenticate le ignobili leggi razziali, a liberazione avvenuta sono stati ben pochi i criminali di guerra processati, si è continuato a chiudere gli occhi davanti alle stragi di matrice nera e rossa -  ma magari il direttore d’orchestra era uno solo -, vivacchiando alla giornata e lasciando che il paese fosse spolpato dai politici; solo oggi, in piena crisi economica, ci si lamenta che tutto va male, quasi fosse una sorpresa e che fino a ieri fosse andato tutto bene e non ci fosse stata la benché minima magagna.

Intanto, i disoccupati aumentano, c’è non poca gente che non riesce a conciliare pranzo e cena, le corsie degli ospedali e gli obitori sono pieni di individui con le malattie del secolo, provocate dall’aria irrespirabile, dai cibi in cui abbondano sostanze cancerogene, dall’acqua così pregna d’arsenico che non viene più ormai utilizzato per i delitti d’elite.

Quindi tutto aumenta, ma c’è anche qualche cosa che cala, come il livello culturale, lo spirito di socialità, il piacere di vivere in un paese civile, sì, perché il nostro non è certamente, e ormai da tempo, un paese civile. 

 

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