martedì 28 ottobre 2014

Kafka e il mistero del processo, di Salvo Zappulla



Kafka e il mistero  del processo


Mondo di carta e mondo virtuale: la crisi dell’editoria.



Un’opera “di letteratura” può essere scritta solo da un uomo libero e non da un intellettuale organico: è quanto  sostiene, con la sua accattivante dialettica, Aldo Busi, in un recente articolo pubblicato sul “Corriere della Sera”. Salvo Zappulla sembra concretizzare nell’Autore, protagonista del suo ultimo romanzo (“ Kafka e il mistero del processo”, 2014, Melino Nerella Edizioni ,pagg. 211), tale assioma. Lo scrittore siciliano che ha esordito con successo, producendo testi teatrali e fiabe, nel romanzo tocca un problema di scottante attualità: la difesa della cultura (particolarmente della produzione letteraria) dal predominio del Potere e dalla massificazione  dei mezzi di comunicazione, in un periodo di profonda crisi dell’ editoria. Il titolo fa riferimento a un processo di tipo kafkiano che non è altro che il processo ingiusto e sommario cui sono sottoposte le opere letterarie, vanificando così le speranze di tanti scrittori. Se  Busi dice che l’opera letteraria oggi  non dura più di un tweet e quindi è effimera, Zappulla tira un affondo e dichiara che il libro è divenuto un prodotto pubblicizzato e imposto dai mass media come un biscotto o un detersivo. Il successo è artificiale e l’effimero  si trasforma nel nulla. Ogni personaggio noto pubblica qualcosa, sia esso un politico o una pornostar: alla crisi delle idee si ovvia con la grafomania del fatuo. L’Autore di Zappulla decide, spinto da un enigmatico editore filosofo, di uscire fuori dalla oscurità in cui si dibatte da anni e di scrivere una storia particolare: crea Pedro Escobar, sub-protagonista e suo alter-ego. Come nei “Sei Personaggi in cerca d’autore” di Pirandello, anche Pedro, appena nato,  si stacca dal suo creatore e vive di vita propria, cominciando a scorrazzare sul web e divenendo uno spam per entrare, inosservato, nel mondo  della letteratura del passato e modificare storie e personaggi: ritiene che la creatività sia arte malleabile e che ogni storia possa essere trasformata e resa più brillante di prima. Innumerevoli le sue scorribande da Madame Bovary ai Tre Moschettieri (quattro come dice), alla Divina Commedia, alla Piccola Fiammiferaia, a Pinocchio: egli è  un malvagio, un predone, scisso dalla sua metà razionale é pura fantasia. È  pericoloso, attraverso la manipolazione delle opere letterarie può stravolgere le linee guida dell’umanità e gettarla nella barbarie. L’Autore, a causa sua, viene processato per esercizio arbitrario e antiregolamentare dell’uso della penna e incarcerato. Solo riacciuffando Pedro  che si trova nella Città della Ragione (dove sono depositate  tutte le grandi  opere) e inglobandolo di nuovo nella sua mente , potrà salvare la cultura messa a repentaglio dal suo clone impazzito. Con l’aiuto di personaggi tragicomici e surreali quali Teo, il contestatore e  Amantea, la giornalista pasionaria , egli porterà a termine felicemente la sua missione. La conclusione,nell’abbraccio dell’Autore con il Lettore, apre alla speranza che la creazione letteraria, nelle sue forme più alte, non sarà mai fagocitata dal consumismo.

                                                                                                                    Pina D’Alatri



2 commenti:

  1. E' una recensione intelligente che fa sì che questo romanzo costituisca elemento d'interesse, soprattutto nell'odierno panorama letterario italiano, per lo più sciatto, fatto di libri banali, ma sponsorizzati con veri e propri bombardamenti mediatici.

    Agnese Addari

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  2. La bella recensione ad un libro senz'altro "particolare", fuori dagli schemi, mi viene da dire, anomalo, per certi versi. Non conosco molto Salvo Zappulla, ma mi colpisce la sua ironia dissacrante, il surrealismo delle sue storie.
    D'altra parte, già il titolo indirizza verso un'altra storia altrettanto surreale, quell'opera straordinaria, sebbene incompiuta, che è Il processo di Kafka.
    Sempre belle proposte. Grazie.
    Piera



































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