sabato 23 gennaio 2016

Piazza San Pietro, di Renzo Montagnoli



Piazza San Pietro
di Renzo Montagnoli


Quando, in un ormai quasi lontano passato, andavo a Roma per motivi di lavoro e, a volte, vi restavo per tre-quattro giorni, avevo l’abitudine, dopo cena, di fare due passi per la città, onde poter vedere almeno l’esterno di quegli edifici monumentali che, data l’ora, non potevo visitare. Erano delle camminate non certo brevi e quasi sempre la mia meta era la Basilica di San Pietro e la sua omonima piazza. Già imboccando via della Conciliazione lo sguardo volgeva verso l’alto per ammirare, nell’oscurità incipiente, le forme maestose del cupolone, ma il meglio era quando arrivavo nella piazza, che studiavo quasi nei minimi particolari e che ogni volta mi sembrava un gigantesco abbraccio. Lo scorso anno, dopo un periodo lungo di assenza, sono ritornato a Roma per motivi unicamente turistici e se il giorno dell’arrivo ho potuto finalmente visitare la basilica, l’indomani mattina (era domenica) mi sono recato a piazza San Pietro, giusto in tempo per presenziare all’Angeluas di Papa Francesco. Sarà stata l’emozione di trovarmi, pur semplice puntino in una moltitudine di fedeli, davanti a un pontefice il cui linguaggio semplice, ma denso di significati raggiunge direttamente il cuore, sarà stato forse anche l’effetto del trovarmi di fronte al tempio della cristianità, sta di fatto che mi ha colto un’emozione che quasi mi impediva di ammirare quella piazza alla luce naturale del sole. Tuttavia, prima di lasciarla, l’ho fotografata mentalmente, cercando di cogliere quei significati che sono racchiusi in essa, oltre all’indiscutibile pregio architettonico. È cos’ che ho pensato che quel colonnato architravato è effettivamente simile a due braccia protese per raccogliere in sé gli uomini, un simbolo della religione che vede una chiesa che, pur nel messaggio evangelico, scende sulla terra a proteggere l’umanità, come una madre stringe a sè i suoi figli per dimostrare sì il suo affetto, ma anche per affermare che, ove ve ne fosse bisogno, lì ci si può rifugiare. È vero che in passato la chiesa romana non è stata un luminoso esempio di bontà e di carità, ma nei tempi che cambiano sembra ora aver ritrovato quella sua naturale attitudine a difendere gli uomini dalle ingiustizie perpetrate da altri uomini.
Dopo questo lungo preambolo con cui ho inteso spiegare cosa rappresenti per me questa piazza mi pare sia giunta l’ora per parlarne in termini storici e architettonici.
La piazza e la sua basilica sono edificate in una assai piccola valle sita fra due colli (Vaticano e Gianicolo) su un terreno in cui in epoca romana c’erano il Circo di Nerone, la via Cornelia e un piccolo cimitero dove fu sepolto l’apostolo Pietro, dopo essere esserestato martirizzato nel vicino Circo. Per tale motivo nel quarto secolo fu eretta la basilica costantiniana, con antistante una piazza, entrambe ben diverse dalle attuali. Nei secoli ci furono diversi interventi, ma quello più importante e risolutivo prese forma, almeno come studio e progetto, nel XV secolo per volontà del papa Giulio II. I lavori per l’edificazione della nuova basilica furono assai lunghi e non interessarono la piazza, della cui sistemazione cominciarono a occuparsi solo nel XVII secolo, anche perché se la grande chiesa era una meraviglia riscontrabile da tutti, lo spazio antistante sembrava avulso dallo stile architettonico a cui era improntata la basilica, sminuendone peraltro il valore, proprio come una pessima cravatta su un abito di pregio.
Non si trattò però di una pratica semplice e rapida, anche perché c’erano delle obiettive difficoltà finanziarie, che vennero superate con l’idea della Fabbrica di San Pietro di affittare o vendere gli immobili di pregio che si affacciavano sulla piazza stessa. Dopo progetti e controprogetti nel 1657 venne approvato quello del Bernini che prevedeva colonnati architravati a formare dei porticati, requisito quest’ultimo che rispondeva anche all’esigenza della tradizionale processione del Corpus Domini.
Il progetto di Bernini è veramente geniale perché prevede, dinnanzi alla facciata della basilica, un ampio spazio trapezoidale, la cosiddetta piazza retta; ne risulta una visione prospettica di San Pietro che impreziosisce l’edificio, dandogli respiro, e nello stesso tempo, grazie ai colonnati, che ne sembrano appendici e formano un perfetto ovale, offre appunto al visitatore quella sensazione di grande abbraccio che ho provato anch’io.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti e credo che l’architetto non avrebbe potuto fare di meglio, perché piazza e Basilica sembrano un tutt’uno, una perfetta integrazione senza che un’opera sminuisca l’altra.
Una piccola nota: nella piazza sorge, come quasi alle sue origini, un obelisco, come altri se ne trovano a Roma. Questo, che è chiamato Vaticano, svetta verso il cielo per un’altezza di 25,5 metri; è di origine egiziana, ma è privo di geroglifici. Prima della sua attuale collocazione, faceva bella vista nei pressi del Circo di Nerone e, dato che come abbiamo appurato, la basilica e la piazza sorgono dove un tempo esisteva anche questo anfiteatro, non poteva trovare migliore collocazione.

Fonti:
- Wikipedia ( www.wikipedia.org);
- Piazza San Pietro (www.piazzasanpietro.org), in cui è stata reperita anche la fotografia a corredo dell’articolo


1 commento:

  1. Bellissimo leggere questo testo, e bellissima la fotografia, ripresa dall'alto. E' emozionante visitare San Pietro ed è emozionante percorrere o sostare nella Piazza. Farlo in presenza di un Papa che sa comunque parlare al cuore degli uomini è anche una straordinaria esperienza e un grande privilegio.
    Grazie.
    Piera

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