domenica 18 giugno 2017

Il giardino degli inglesi, di Vladimiro Bottone




Il giardino degli inglesi




Passioni e delitti nella Napoli di metà Ottocento
Neri Pozza propone un avvincente noir con «Il giardino degli inglesi»




Se ci sono romanzi destinati a lasciare un segno nel mondo della letteratura, certamente tra questi brilla «Il giardino degli inglesi» di Vladimiro Bottone (Neri Pozza, pp. 400, euro 18), per l’originalità della trama, l’impasto lessicale di purissimo italiano, misto a frasi napoletane, con persino la civetteria di citazioni latine che l’autore non si è fatto mancare. Ci troviamo sotto gli occhi un noir sui generis, del tutto lontano e diverso da quanto avevamo letto finora.
Siamo nel 1842 in una Napoli attraversata da avidità e brama di potere in concomitanza con senso del dovere, tanta superstizione, nel vibrare di passioni tanto violente quanto pericolose.
Due giovani, fratello e sorella, troveranno misteriosamente la morte nella città partenopea. Quando il corpo della bella Emma Darshwood, insegnante di canto nel ricovero-orfanotrofio del Serraglio, viene ritrovato dalla polizia, qualcuno ai piani alti si affretta a chiudere il caso che scotta come un qualsiasi omicidio passionale. Ma ci sono dei punti oscuri, delle zone d’ombra che devono essere chiarite. Ed è proprio con il fermo proponimento di far luce sulla morte della sorella, che arriva a Napoli anche il fratello Peter. I due giovani erano legati, fin dall’infanzia, da un sentimento talmente forte ed appassionato da sfociare quasi in una forma d’incesto, mai consumato, come apprenderemo da un fitto e commovente carteggio che Peter Darshwood portava cucito all’interno del suo corsetto, per mai idealmente separarsi dall’amatissima sorella.
I fatti farebbero credere che Peter sia stato ucciso in una sanguinosa rapina di strada, per depredarlo dei beni che portava addosso. Quindi, viene sepolto assieme alla sorella Emma nel cosidetto «giardino degli inglesi», il suggestivo cimitero dedicato ai non cattolici. Comunque, c’è qualcuno che non si lascia abbindolare, credendo ciecamente al susseguirsi di queste tragiche fatalità. Il commissario della polizia borbonica Gioacchino Fiorilli non smette mai di indagare, persuaso che dietro il duplice omicidio si nasconda la mano nera dell’ex medico del Serraglio: l’avvenente e carismatico Domenico De Consoli, quintessenza del cinismo più abietto, un personaggio che con la sua bieca ed implacabile capacità di sedurre adulti e minori, resterà a lungo impresso nella nostra fantasia.


Grazia Giordani




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